Commenti al video:
ROBERT PONTAROLLO (commissario tecnico nazionale italiana di discesa): Carissimo, come sempre ti faccio i miei personali complimenti. Ho appena visto il filmato dell’Enza del 1965: bello bello bello, emozionante. Prima di tutto perche’ mi sono chiesto: chissà, dopo più di 40 anni, dove saranno finite quelle persone. Poi le macchine, i modelli di canoa, le pagaie. Ora è tutto diverso. La cosa che più mi ha impressionato è vedere il fiume e le rive, la roccia, sempre la stessa. COMPLIMENTI e grazie perché ci fai dei bei regali-emozioni , sensazioni uniche.
ETTORE IVALDI: Alessandro Leonori e Veniero Granacci ci hanno riportato indietro nel tempo, ci hanno regalato magici momenti da conoscere, da rivedere, da gustare, da commentare. Bravi, Bravissimi!
Che spettacolo vedere la Fiat 1100 con le canoe, le signore con le gonne e i tacchetti sui sassi dell’Enza ad ammirare stupite quei pazzi dei canoisti che solcavano le rapide con mezzi di fortuna. Il salvagente e il caschetto erano decisamente degli optional! Mi sono fermato a lungo sull’ordine di partenza e ho ritrovato i padri fondatori del mio amato club: Sandro Roccato, Gianfranco Testa e Vittorio De Togni. Di Sandro Roccato ho un ricordo forte, importante e soprattutto devo a lui quell’energia che scopro di avere ogni volta che varco la porta della mitica Dogana Vecchia. Lui, quando ho iniziato nel 1974, era il presidente, era la guida di quel movimento che stava crescendo a Verona. Aveva partecipato ai Campionati del Mondo a Boug St. Maurice nel 1969 in C2 discesa con Gianfranco Testa. Un incidente automobilistico, mentre stava rientrando per partecipare al consiglio direttivo della società, lo rubò alla sua famiglia e a noi suoi cuccioli con la pagaia in mano.
Di Vittorio De Togni se ne raccontano ancora oggi di belle. Si dice che nella sua attrezzatura canoistica ci fosse sempre un piccone. Il motivo è semplice visto che ne faceva uso all’occorrenza per creare e rendere sicuri alcuni passaggi che potevano risultare ostici. Arrivava sul luogo di buon ora e provvedeva alla sistemazione del fiume. Di Vittorio De Togni rimane vivo il ricordo con la sua canoa che è stata appesa da sempre sulla porta che dalla Vecchia Dogana porta al fiume con la scritta, che poi è diventato il motto del CCVerona “sic transit gloria mundi”. Con quella canoa il buon Vittorio aveva saltato giù dalla diga di Campolongo a Valstagna in modo del tutto involontario. Se la vide brutta per qualche minuto, poi la corrente lo spinse fuori e a lui non rimase che ringraziare il cielo e regalare il cimelio che lo salvò al suo amato Club a monito di tutte le nuove generazioni.
Non vi posso descrivere l’emozione che ho avuto nel vedere all’opera Renato Olivati e la moglie impegnati nella gara con una indiana aperta. Mi sono subito venuti alla mente i racconti di Mirko Pellegrini, ascoltati nelle lunghe ore trascorse nel WolKswagen sociale, che ci diceva per l’appunto della stranezza di una donna al timone nella C2. Nessuno di noi voleva crederci anche se lo stesso Oliver, come lo chiamiamo sempre al club, confermava l’assurdità… come sono cambiati i tempi e Carla è stata praticamente il precursore della canadese in rosa!
Nel filmato si vede per ben due volte Ferruccio Calegari, giornalista della Gazzetta dello Sport, che ha visto nascere quella manifestazione e la canoa in genere. Ferruccio è stato, tra le altre cose, responsabile stampa ai mondiali di canoa in Val di Sole nel 1993 ed è lì che l’ho conosciuto più a fondo e che è nata una reciproca amicizia spinta dalla nostra comune passione per tutto quello che può essere o trattare di canoa. La sua vera passione è da sempre, in realtà, il canottaggio, dove tra l’altro è stato anche consigliere nazionale e presidente del comitato Lombardia della FIC per molti anni, ma si è allargato alla canoa in maniera del tutto naturale attratto dall’acqua e da ogni oggetto che è in grado di solcarla con la forza di un remo o di una pagaia.
A questi personaggi forse un monumento non basterebbe per ringraziarli del loro lavoro della loro professionalità!
GIANALBERTO VIETTI (tecnico della nazionale italiana Junior di discesa): Ho visto il video della gara dell'Enza. Fantastico!!! Sei un grande. Trasmettere quel video è come trasmettere il vero spirito del vero canoista. Un po' animale, un po' zingaro, certamente molto selvaggio. Io nel 1965 sono nato e visto che sono nato il 4 aprile, data di tante edizioni della gara dell'Enza, mi piace pensare di essere nato durante la gara dell'Enza. E poi la foto del giovane Rossel alla porta dell'hotel che ha ospitato tutti i più forti canoisti del mondo in tutti questi anni. Rossel accompagnava le cene del sabato, dopo l'Enza alto e alla vigilia dell'Enza basso, con tortellini e tagliatelle fatte in casa. Buonissimi! Ma quello che mi ha fatto maggior impressione è stato vedere il fiume. Lo stesso di tutte le primavere che noi frequentiamo da sempre, acqua più o acqua meno, ma soprattutto le stesse "linee", gli stessi passaggi. Incredibile. Un gran bel lavoro. Complimenti.
MAURIZIO BERNASCONI: Caro Alessandro grazie per i filmati. Ho riconosciuto, oltre ad altri già citati, Vittorio Visconti, che era presidente del CCM e tiene in mano la Bolieux 16mm che poi finì col vendermi intorno al 1990, anche lui sta girando da riva. Sei sicuro che parte del film in effetti non sia girato in 16mm (anche vista la qualità!)? (...) Ho riconosciuto la pagaiata di Roberto Bruno del GMC che è tuttora il mio fornitore di vino eccellente da Neive. Ancora maggiore impressione mi ha destato il film sulla maratona in sudafrica. Mi sono chiesto se sarei capace di fare quello che si vede fare ai canoisti di laggiù e devo ammettere, non lo so, ma mi piacerebbe provare, preferibilmente con un k1 in prestito! Complimenti.
FEDERAZIONE ITALIANA CANOA KAYAK: pubblicazione di un articolo dedicato al video Enza 1965 sul sito ufficiale. Clicca sull'immagine per visualizzare l'articolo:
GIUSEPPE D'ANGELO: Ciao Alessandro, complimenti per la scelta di pubblicare un reperto storico di tale portata ! Ho guardato il filmato fotogramma per fotogramma riconoscendo tante persone che hanno fatto la storia della canoa italiana, anche se la mia prima gara sull'Enza è datata 1966. Si vede persino il pulmino dell'Ivrea Canoa Club e di quella trasferta sino ad ora avevo visto solo delle fotografie storiche che documentavano la "carovana" di macchine cariche di atleti eporediesi.
Si vede anche Vittorio Visconti con la sua storica cinepresa, con cui ha documentato le imprese pioneristiche. Chissà che fine hanno fatto tutti i film che aveva girato e che ogni tanto ci faceva vedere...
Ti segnalo, proprio solo per documentazione storica, che parte del filmato (più o meno da 6,43 a 7,40) si riferisce ad una gara anni '70. Me ne sono accorto perchè mi sono riconosciuto con il n° 14 e la canoa verde (e dietro di me scende il meranese George Hager). Si nota anche dal tipo di imbarcazioni che dovrebbero essere delle Prijon modello "Hai" coda tronca.
Grazie davvero una bella rimpatriata.
VITTORIO PONGOLINI (Canoa Club Milano): Per dovere di cronaca, bisogna si ringraziare Alessandro Leonori per l'eccellente lavoro di digitalizzazione e di risonorizzazione del film in 8 mm dell'Enza, ma soprattutto il compianto ex presidente del C.C.M. Vittorio Visconti e il Canoa Club Milano. il primo è il cameramen, regista, montaggista e produttore del film (oggi si direbbe filmmaker), i secondi sarebbero i veri proprietari-eredi del film.
Non so se immaginate cosa costasse allora, sia in moneta che in fatica, produrre film in 8 o 16 mm con la costanza, la assiduità e la regolarità adottate da Vittorio Visconti. Ne ha fatti a decine e molti si sono involati. Che peccato!
Quel film lo vidi negli anni '70 nella sede del C.C.M. e l'ho rivisto pochi giorni fa con vero piacere. Si riconosce si F. Callegari, ma nella lista di partenza si leggono decine di nomi -e alcuni si vedono e riconoscono pure, comprese le loro mogli e fidanzate- di soci del C.C.M. e di alcuni dell'Ivrea C.C.. Tra quelli del C.C. Milano si riconoscono bene, oltre a Vittorio Visconti con la cinepresa in mano, l'ex segretario Guglielmo Granacci e sua moglie, Antonio Giannetto, Agostino Baradel e la moglie, e Rizzi/Canepa, Campioni italiani di C2 del CCM. Poi ci sono altri che riconosco ma che non abbino ad un nome. Ero un bambino ed ho delle inevitabili lacune.
Anche nello striscione dell'arrivo si legge Canoa Club Milano.
Alcuni anni dopo l'organizzazione venne presa dall'e.p.t. di Reggio Emilia, e la gara più lontana da Milano, organizzata dal CCM, passò di mano.
Tempi eroici e club eroico, il C.C.M.!
LUCA PANZIERA (atleta della nazionale di discesa): Stupendo il filmato dell'Enza 1965.. Mitico come sempre Leo!!
CHRISTOPHER VON SMIDT: Love Italian rivers and races…. 1965 is fantastic!! Christopher von Smidt - Australian WW Team 1987, 1998, 2009.
DAVIDE BERGONZANI (attuale organizzatore della gara dell'Enza): Ciao Alessandro. Ho visto il video e sono rimasto a bocca aperta! Complimenti davvero!! In un passaggio si vede anche mio padre (scomparso nel 1982), anche lui era fra uno degli organizzatori delle prime gare. Ti ringrazio per il lavoro fantastico che svolgi. Ho già provveduto a linkare questo video: http://www.vettodenza.it/archivio.html. Grazie ancora.
CLAUDIO TACCONI:
Ciao Alessandro, sono Claudio Tacconi. E' da tempo che volevo scriverti
per complimentarmi per i bellissimi filmati di canoa discesa che ci fai
vedere. Questa volta non ho resistito. Mi sono emozionato vedendo il
filmato d'epoca del fiume Enza, mi è sembrato di riconoscere fra il
pubblico con la sigaretta in bocca il mitico organizzatore De Grandi.
Era lui?. Che spettacolo la partenza in linea a Vetto, già allora si
vedeva dal filmato qualche buon pagaiatore, anche con una buona
interpretazione del fiume.
Grazie ancora per tutto il lavoro che fai per la canoa. Anche se mi sono
un po' allontanato, grazie a te ogni volta che vedo i tuoi filmati mi
riprende la voglia di ricominciare. Un abbraccio forte.
VITTORIO PONGOLINI: Una segnalazione doverosa in questo forum e su questo argomento. Ho saputo il 1 gennaio da Michele Romano (canoista storico del CCM e vivente a Policastro Bussentino, e, ora, anche animatore indiretto di altri interventi su questo forum) che lo scorso 21 dicembre è venuto a mancare l'organizzatore storico (post CCM) della gara dell'Enza Gaspare De Grandi (Canoa Club Val d'Enza e non E.P.T. come da me superficialmente segnalato in una mia precedente).
Un'altro pezzo di storia della canoa ialiana che se ne va....
CLAUDIO RUFA:
Quando pubblicasti i primi video fui contentissimo. Con questo sono
profondamente commosso.
Quanta folla ! Il fiume era ancora amato, la gente lo viveva e lo
rispettava. Pochi anni dopo i fiumi iniziarono a trasformarsi in fogne e
la gente smise di viverli. Faticosamente sembra rinascere un interesse
anche se si parla dei fiumi principalmete per le minaccie al territorio.
In tal senso oggi ho visto dei servizi sul TG regionale del Lazio
raccapricianti a proposito del Fiora. Grazie ancora Alessandro.
ETTORE IVALDI: Ho due flash chiari e lucidi sul commendatore e poi grand’ufficiale Gaspare De Grandi.
Il primo risale ai miei albori con la pagaia, quando il nostro mentore, il “Pele”, al secolo Mirko Pellegrini, un fine settimana caricò noi ragazzi del Club sul mitico Volkswagen pulmino gran turismo con tanto di carrello a tre piani e ci disse che saremo andati sull’Enza a fare due gare. La cosa per noi ovviamente si faceva interessante tanto più che la partenza era prevista per venerdì pomeriggio e significava quindi perdere ancora un sabato scolastico, cosa tra l’altro molto consueta per noi canoisti a partire da marzo.
Ritrovo all’una e mezza in Dogana – nostra sede nautica - in attesa dell’arrivo del Pele che come sempre si faceva aspettare non poco e quando arrivava bisognava slegare di nuovo le canoe dal carrello perché dovevamo caricare le sue ultime produzioni che doveva consegnare per l’appunto alle diverse gare. In quegli anni Mirko Pellegrini era probabilmente il costruttore di canoe più conosciuto e produttivo in Italia, ma era conosciuto anche per i suoi consueti ritardi nel consegnare le canoe ordinate chissà quanti mesi prima e non sempre i colori corrispondevano alle richieste… dipendeva dalla quantità di rosso da smaltire! Al momento della partenza ci si augurava sempre che nessun genitore si fermasse ad aspettare la nostra dipartita esausto dalla lunga attesa del nostro autista-allenatore-accompagnatore, nonché papà, Pele, perché ad una rapida conta i ragazzi e ragazze che avrebbero dovuto prendere posto erano ben più dei nove consentiti dall’omologazione del mezzo, ma si arrivava tranquillamente alle 14/15 teste!!
La cosa avrebbe insospettito e preoccupato non poco i nostri genitori che si sarebbero chiesti come avremmo potuto raggiungere il luogo predestinato con quello sgangherato mezzo sociale. Se andavano via prima non c’era problema perché la storia era che il Pele arrivava con un altro mezzo guidato dalla morosa, un maestra molto considerata dai nostri e di sicuro affidamento. Se si fermavano il Pele aveva una buona scusa con tanto di codice della strada in mano. Infatti convinceva i genitori con la storiella che se il passeggero non superava i 14 anni non vi erano problemi a caricarne qualche unità in più, altrimenti si era preparato anche sull’altezza dicendo che fino al metro e 50 non conta! In realtà a tutto ciò non ci credeva neppure lui perché ad ogni minimo sospetto di controllo ci intimava di nasconderci sotto i sedili e così si passava il viaggio tra canti, cibo, barzellette e fughe sotto i sedili.
L’arrivo in Val d’Enza era sempre ad ore impossibili, quando andava bene piantavamo le tende alle prime ore dell’alba visto che prima di arrivare alla meta il Pele doveva praticamente sempre passare da Cremona da Azzali a caricare pagaie. Poche ore di sonno e via su quella stretta valle tra tornanti e folle di macchine con canoe che riempivano per qualche giorno quella natura ancora selvaggia. Non c’era certo il tempo di provare, ricevevamo solo qualche dritta dai più anziani del gruppo e da personaggi di sicura esperienza come Carlo Perli, Marco Previde Massara, Enzo e Alberto Spoladori. Mi ricordo che un anno al via vidi Oreste Perri, un omone grande, arrivato a me tempo prima con la sua leggenda e con l’immagine di quel pungo alzato al cielo che la Gazzetta dello Sport, ogni volta che parlava di una sua impresa, pubblicava. Quella foto poi la ritrova nella sua gigantografia nello studio di Oreste a Castelgandolfo, chissà se oggi la magica reliquia si è trasferita nello studio del sindaco di Cremona?
Il ricordo di quelle gare chiaro e ancora fresco sono le premiazioni ed è qui che Gaspare De Grandi recitava la parte del Leone, almeno per i miei occhi. Saliva sul palco del teatro arredato con prosciutti, bottiglie di vino, formaggio, coppe, canoe, pagaie e altri mille oggetti che da lì a poco sarebbero stati distribuiti praticamente a tutti i partecipanti. Al Club girava la voce: vai a fare la gara sull’Enza e torni a casa sicuramente con un premio non si sa per chi e neppure cosa, ma a mani vuoti non torni! La premiazione era la parte più entusiasmante della due giorni di gare, venivamo premiati ed esaltati tutti al momento della chiamata sul palco. Lungo infinito si presentava l’ultimo atto di una manifestazione che dal 1964 al 1990 ha sicuramente segnato la storia della canoa discesa in Italia e in Europa. Tornando a casa il Pele poi ci decantava le doti dell’allora commendatore De Grandi, la sua energia, i suoi giusti agganci per lanciare alla grande la canoa, la sua passione per rispedire a casa tutti felici e contenti. Noi ascoltavamo in silenzio e tra una curva e l’altra ci si addormentava in attesa di ripartire per la gara successiva.
L’ultima volta che vidi Gaspare De Grandi fu nel 2006 in occasione della gara quando mi chiamarono a fare lo speaker della manifestazione. In occasione della premiazione i ragazzi del Canoa Club Vetto d’Enza mi fecero presente che avevano da consegnare una targa al grande organizzatore Gaspare De Grandi e ricordo che lo presentai così: “la storia della canoa è stata scritta non solo dagli atleti, ma anche da persone che hanno saputo rendere grande il nostro sport attraverso manifestazioni che ricorderemo sempre per la magnificenza e per la generosità messa in campo – uno di questi è sicuramente il grand’ufficiale Gaspare De Grandi” – seguì un applauso lungo e sentito, lui si alzò si avvicinò a me, il presidente gli consegnò la targa e semplicemente elogiò il lavoro dei ragazzi che avevano preso il suo posto e che mantenevano viva la manifestazione. I suoi occhi erano lucidi, le sue parole tremolanti, ma il suo cuore sicuramente batteva forte a ricordo di tanti anni passati sul greto dell’Enza a lanciare la sua Valle e la sua canoa in cui ha sempre creduto.
Grazie Signor Gaspare De Grandi ci hai lasciati fisicamente, ma conserveremo per sempre la tua energia, la tua determinazione e la tua voglia di esaltare sempre e comunque la Canoa e la sua Natura!
GENGIS: Ciao a Tutti, sull'onda dei ricordi di Ettore sono ritornato io pure sull'Enza, ho conosciuto il Cav. De Grandi il mio primo giorno di vera canoa, nel maggio del 70. il C.C.M. aveva organizzato una discesa del fiume Po , la discesa era guidata dal suo Segretario il Cav. Granacci, sede di tappa era la Societa Canottieri Eridanea posta in sponda sinistra a Casalmaggiore di cui sono stato socio per oltre 20 anni.
In quella discesa sono nate amicizie che solo la morte ha interrotto, ma i sentimenti rimangono in chi resta come appunto il sottoscritto. La verve di Gaspare De Grandi si manifestò dopo la gara in un anno imprecisato, insistette perché rimanessi alla cena di gala della domenica sera , riuscì a convincermi dicendo "se resti ti metto vicino alla sottana più ambita di Reggio" io lusingato restai, cenai infatti con alla mia destra il Vescovo!!!!!!!!!!!
Oreste Perri lo portai io quell'anno, aveva smesso di gareggiare in Acqua piatta e dato che ci incontravamo quotidianamente (quell'anno insegnava a Casalmaggiore) volevo avvicinarlo alla W.W., ma poco dopo prese un incarico Federale e non se ne fece niente, ed io persi l'occasione di diventare il maestro di Oreste!!!!! Ma anche con lui l'amicizia è rimasta ed é la cosa che più conta per noi della specie Homo Canoensis.
GABRIELLA DE'
GRANDI:
Gentile Alessandro,
abbiamo visto il video della gara sull'Enza che nostro padre, Gaspare
de'Grandi, ha organizzato nel '65 (e molte altre volte), e l'emozione è
stata fortissima. Vorremmo ringraziarLa, mia sorella e io, per questo
regalo che ci è giunto improvviso e gradito. Abbiamo rivisto anche mio
padre in quel filmino, una breve ripresa che ci ha commosse
profondamente. Per noi non è morto, è solo partito per una delle sue
discese in canoa.
Gabriella, Francesca de'Grandi e la loro mamma Carla.